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Bambini che iniziano l'asilo: i 10 consigli di una mamma per la prima grande avventura del tuo piccolo

Bambini che iniziano l'asilo: i 10 consigli di una mamma per la prima grande avventura del tuo piccolo

Il momento è quasi arrivato: l'inizio di una nuova emozionante avventura per tutti quei piccoli che andranno all'asilo nido o alla scuola dell'infanzia.

E anche se la scelta è stata ben ponderata in famiglia, il genitore vive, spesso, questo primo distacco con un po' di preoccupazione...

Come devo comportarmi i primi giorni? Capirà che lo lascio in un bel posto ma poi torno? E se ci dovesse mettere tanto a entrare in confidenza con il nuovo ambiente?

Tutti dubbi e domande legittime che si risolvono quasi sempre in modo piuttosto spontaneo durante la prima fase dell'inserimento.

Perché, di frequente, è il bambino stesso a sorprendere l'adulto con le sue reazioni positive.

Il nido (o la scuola dell'infanzia), infatti, non rappresenta solo la prima separazione dalla mamma ma è anche un luogo nuovo, 'interessante', tutto da scoprire ed esplorare agli occhi del piccolo. (Leggi anche: Back to school: dal Nido alla scuola dell’Infanzia tutti i consigli utili per facilitare il distacco)

In ogni caso, è assolutamente normale che il bimbo manifesti una certa resistenza verso una situazione che non conosce. Ma con qualche accorgimento il genitore può aiutarlo a superarla e a vivere serenamente questa nuova esperienza.

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Per me, da quando è nato mio figlio, è ormai il terzo anno di “scuola” prima il nido poi la scuola dell'infanzia, e dall’alto della mia umile esperienza mi fa piacere condividere qualche riflessione dedicata ai bambini che iniziano l’asilo corredati da 10 consigli fondamentali, da parte di uno psicologo e di una pedagogista, per affrontare bene, insieme al bimbo, il primo impatto con il nido.

1. Previeni: racconta cosa succederà.

Nel periodo precedente all'ingresso al nido (o scuola dell'infanzia) è molto importante raccontare al bimbo, anche se ha solo 5-6 mesi, la novità che lo attende.

A raccomandarlo a tutti i genitori è Alberto Pellai, medico, psicologo psicoterapeuta dell'età evolutiva (autore di numerosi libri, tra cui Si va a scuola, Erickson).

"Il racconto mette in sintonia le due menti, mamma e bimbo, sull'evento. Inoltre, un mese prima dell'inserimento, per esempio, si può portare il bambino davanti al nido e spiegargli, tenendolo in braccio, che quella è la casetta dove andrà dopo le vacanze. Tutto questo predispone la mente del piccolo ad affrontare la nuova esperienza. E poi aiuta entrambi, mamma e figlio, a integrare bene il cambiamento".

2. Mamma Keep Calm, ti si legge tutto in faccia!

Di fatto, l'ingresso al nido, pur se frutto di una scelta ponderata, segna, comunque, il primo distacco dalla famiglia. Non è così facile e immediato 'digerirlo', anche per il genitore, a livello emotivo.

Tuttavia, è indispensabile non trasmettere ansia o timori al bimbo.

Per evitarlo, sarebbe opportuno, secondo Pellai, esercitare una sorta di automonitoraggio. "Il piccolo legge le emozioni sulla faccia della mamma e le registra, come dimostrano oggi gli studi di neuroscienze", dice lo psicologo.

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3.  Non trarre conclusioni

Spesso i bambini che iniziano l’asilo piangono come se li stessimo affidando alla strega di Hansel e Gretel. Per un’ora o per una giornata intera, per un paio di giorni o per intere settimane.

Altre volte, al contrario, cominciano con insperato entusiasmo (o apparente indifferenza), per poi cedere alla malinconia e all’insicurezza in una seconda fase, dopo qualche giorno o magari a mesi dall’inserimento.

Il punto è che non è possibile avere il controllo di tutto, che i bambini a volte piangono, e piangono forte, per ragioni e in momenti che non sempre noi adulti siamo in grado di capire. Ma di solito basta un po’ di pazienza, di tempo, di empatia, e la tempesta passa.

4. Condividi l'inserimento all'asilo

Se possibile, non occuparti dell’inserimento all’asilo da sola. Alternati con il tuo compagno, con un nonno, con un’amica o comunque con qualcuno che non sia tu.

Non solo perché a volte il distacco dalla mamma può essere più faticoso (specie per bambini che fino a quel momento hanno trascorso gran parte del loro tempo proprio insieme alla madre), ma anche perché è utile concedersi una pausa in un percorso che può essere emotivamente impegnativo.

5. Esprimi positività

Roberta Balsemin, pedagogista e coordinatrice del Nido Robertino di Milano (e mamma di 3 figli) invita ad affrontare la novità, esprimendo ad alta voce un messaggio positivo.

Per esempio: "Ti porto in un posto sicuro dove puoi giocare con altri bambini, la mamma sa che qui tu starai bene". 

Secondo la sua esperienza pluridecennale, dire tutto ciò serve al bimbo e anche alla mamma, è importante per entrambi dare voce a questo tipo di pensieri.

Allo stesso modo, lo è ripetere al piccolo quanto bene gli si vuole, pur andando via per un po' di tempo mentre lui sarà al nido.

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6. Fidati delle maestre

Non è facile, lo so. Affidare un figlio piccolo, su cui, fin da prima che nascesse, si è tanto investito in termini emotivi, fisici e psicologici, a delle sostanziali sconosciute è una sfida che può risultare impegnativa.

Ma concedere la nostra piena fiducia alle maestre – dopo aver stabilito che la meritano davvero – è l’unico modo per acquistare una definitiva serenità e trasmetterla ai propri figli.

7. Non farti condizionare troppo

Una cosa che non sempre viene istintiva ai genitori è pensare in prospettiva. È comprensibile: non c’è forse nessuna esperienza, nella vita, a essere altrettanto intensa (nel bene e nel male) come l’esperienza di crescere un figlio, con tutte le responsabilità che comporta.

Ogni tanto, però, potremmo provare a ridimensionare quello che accade e che ci condiziona in negativo il quotidiano. Se anche tuo figlio piange perché non vuole andare all’asilo, sappi che tra qualche mese o anno questo problema sarà solo un ricordo vago al quale penserai con un certo sollievo, e forse anche con un pizzico di tenera malinconia.

8. Non avere fretta

Nel corso del primo periodo al nido (o alla scuola dell'infanzia), compatibilmente con le situazioni di vita e lavoro, il genitore non dovrebbe mai avere fretta (evitando ogni forzatura) e rispettare invece i tempi unici di suo figlio.

"In genere, la fase dell'ambientamento può durare da 15 giorni a 4 settimane con orario ridotto, ma ogni bimbo ha i suoi ritmi – spiega la coordinatrice del Nido Robertino. Quando, per esempio, dopo 2 settimane, il bimbo fa ancora fatica, è opportuno lasciarlo meno ore al nido e non forzare per l'orario intero. Insomma, non dimentichiamolo, gradualità è sempre la parola chiave".

9. Ripeti all'infinito che la mamma torna sempre!

La prima settimana è trascorsa senza tragedie? Ottimo... Ma occorre non dare nulla per scontato.

Per questo, anche più avanti, a fine ambientamento, il richiamo al ritorno è sempre importante, come sostiene la pedagogista.

Una affermazione tipo, per esempio, 'la mamma deve andare al lavoro ma dopo la nanna torna!' contribuisce a rassicurare il piccolo. E non è mai esagerato ripeterla anche se tutto sembra andare alla perfezione!

In più, è bene tenere presente che a volte alcuni bambini mostrano una certa resistenza al distacco proprio quando il periodo più delicato sembrerebbe superato.

Per accettare meglio il fatto che andrà 'tutti i giorni' al nido (e non solo qualche volta con la mamma che si ferma a giocare!) è molto utile al bimbo identificare un adulto come punto di riferimento. "In questo modo, la mamma può tranquillizzare il piccolo spiegandogli che la sua educatrice gli farà le coccole mentre lei non c'è", spiega Balsemin.

In ogni caso, quando si lascia il bimbo al nido e poi al momento di riportarlo a casa, secondo Pellai, l'approccio migliore è sempre quello tranquillo e 'stabile': "Non è opportuno enfatizzare separazione e riavvicinamento, ma è importante gestirli bene, con calma", afferma lo psicologo.

10. Alla larga da WhatsApp

L’ultimo consiglio semiserio che mi sento di darti, se sei una mamma (o un papà, perché no) di bambini che iniziano l’asilo, è forse il più importante di tutti: sottraiti, finché puoi, al girone infernale dei gruppi di classe WhatsApp.

Tutelati, almeno per un po’, dal vortice di notifiche compulsive e gif glitterate, dalle discussioni infinite sul regalo di Natale alle maestre al bollettino quotidiano degli oggetti smarriti e ritrovati.

Con lunghi anni di scuola dell’obbligo dinanzi a te, non riuscirai a salvarti per sempre dal delirio delle chat di classe e delle mamme social, ma puoi forse cavartela per il primo anno di asilo. O perlomeno fino a Natale!

 

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