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Primi passi del bambino: cosa fare (e non fare) per aiutarlo a camminare

Primi passi del bambino: cosa fare (e non fare) per aiutarlo a camminare

Assistere ai primi passi del proprio bimbo è per il genitore un’emozione enorme: è come se quei due, forse tre passi in completa autonomia fossero il giro del mondo, la conquista del K2, la bandierina piantata da Armstrong sulla Luna.

 

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In un anno fatto di tante prime volte, la prima camminata è senza dubbio tra le conquiste più indimenticabili per un genitore.

Si tratta della prima volta in cui il bambino inizia a muoversi nel mondo in modo indipendente, un naturale percorso verso la crescita e il distacco dai genitori, che certamente comporta una certa emozione e commozione.

Quando iniziano a camminare i bambini?

Non c’è un’età fissa in cui i bambini iniziano a camminare, è un periodo che può variare. Solitamente accade verso il primo anno di età, ma può accadere anche qualche mese prima o dopo.

In ogni modo la curiosità e la volontà di indipendenza iniziano a svilupparsi nel bambino circa a 10-11 mesi di età.

Tra i 6 e i 10 mesi il 90% dei bambini con sviluppo tipico iniziano a gattonare ed è opinione comune ritenere che il preludio al cammino vero e proprio avvenga quando il piccolo ha la possibilità di spostarsi in avanti tramite l’ausilio delle mani e dei piedi.

Talvolta l’attesa di vedere i primi passi del piccolo può trasformarsi in impazienza, col conseguente rischio di volere in qualche maniera anticipare, favorire o accelerare questa fisiologica acquisizione di sviluppo.

Quando ciò avviene, alle tante domande che già si pone il genitore durante la crescita motoria del proprio bambino se ne aggiungono altre: «Quali scarpe, oggetti e indumenti comprare e quali strategie adottare per far sì che il mio bambino impari a camminare?»; «A che età “deve” camminare? Sarà in ritardo?»; «Sto sbagliando qualcosa? Starà camminando bene?».

Stimoli esterni, corporatura, indole caratteriale, predisposizione genetica, utilizzo o meno di ausili o vincoli al libero movimento possono influenzare il processo di acquisizione.

Ci saranno pertanto bambini in grado di avviare i primi passi già intorno ai 10 mesi e altri che invece attenderanno fino ai 18 mesi di età.

Solo qualora la deambulazione autonoma dovesse ritardare oltre questo periodo è necessario pensare di ricorrere al parere medico.

Come aiutare i bambini a fare i primi passi

La rete è piena di affascinanti consigli su come “insegnare” al proprio bambino a camminare. Trucchi, strategie, consigli, addirittura tecniche.

Ma tutto questo è davvero necessario? Madre Natura non ha forse già fornito i nostri bambini di tutto quello che serve loro per imparare a camminare? Decisamente sì, altrimenti gran parte della popolazione mondiale non sarebbe in grado di farlo.

Dunque niente forzature, paragoni con altri bimbi o panico. 

Basta prestare attenzione a dei piccoli segnali con cui il bambino fa capire che vuole iniziare a camminare.

Il compito dei genitori in questo processo è quello di non forzare nessun tipo di movimento, ma favorirlo, dando più opportunità per farlo.

Possono ad esempio fare azioni come tenere le mani al bambino senza tirare o spingere, in modo da farlo sentire più sicuro.

Oppure si può provare ad allontanare una palla o un gioco per spingere il bebè ad andare a prenderlo o tendere le mani per indurlo ad andare verso la mamma. 

Oltre a far sì che il bambino impari a muoversi in libertà, si può aiutare affinché eviti spiacevoli incidenti.

Primi passi e cavalcabili: sono utili?

Girello: sì o no?

Secondo pediatri e traumatologi, il girello non aiuta il bambino a imparare a camminare. Infatti, per quanto usandolo il bimbo rafforzi i polpacci e le caviglie, quando è seduto non ha bisogno di usare le cosce o i muscoli dell'anca, essenziali per imparare a camminare.

Inoltre, usando il girello, il bebè non si esercita nel gattonamento, un esercizio molto benefico per il bambino prima di iniziare a camminare.

Secondo gli esperti, se il bambino trascorre nel girello molto tempo, potrebbe andare incontro a malformazioni alle ginocchia e ai piedi.

Primi passi e cavalcabili

Il cavalcabile e il primi passi, secondo l'opinione di pediatri e traumatologi, sono strumenti migliori del girello quando si tratta di stimolare la camminata del bambino. Vediamo le differenze tra entrambi:

  • primi passi: è un carrellino al quale il bambino può appoggiarsi e spingere alla velocità che vuole e che migliora la stabilità del piccolo quando è in piedi. 
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Il carrellino Smallfoot supporta i bambini durante i loro primi passi stimolando la loro motricità; i 27 blocchi di costruzione allenano la comprensione di forme e colori. ACQUISTA QUI

  • cavalcabile: può essere definito come "il primo veicolo" del bambino, sul quale è seduto e si muove in avanti con i piedi.

 

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Pensata e progettata per aiutare il bambino ad apprendere e coordinare il movimento attraverso il gioco, imparare a spingersi e a frenare attraverso le gambe, a sterzare con l’uso del corpo in completa sicurezza, la sua. ACQUISTA QUI

Entrambi i prodotti promuovono le capacità motorie del bambino, gli permettono di acquisire sicurezza nel sentirsi più stabile e fungono anche da gioco simbolico, con cui può portare a passeggio i suoi pupazzi e altri giocattoli.

I bambini intorno agli 8-9 mesi, quando hanno ormai raggiunto un buon controllo motorio e una discreta capacità di equilibrio, manifestano grande voglia di muoversi autonomamente sebbene non siano ancora in grado di farlo.

Quello è il momento in cui può diventare parecchio faticoso e talvolta molto difficile stargli dietro tutto il giorno, per cui la possibilità di ricorrere a un ausilio così comodo per gli spostamenti può essere una tentazione davvero invitante!

 

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