Raffreddore nei Neonati – Pulizia Naso Neonato – Come fare i lavaggi nasali e come alleviare i fastidi del raffreddore

Raffreddore nei Neonati – Pulizia Naso Neonato – Come fare i lavaggi nasali e come alleviare i fastidi del raffreddore

Raffreddore nei Neonati – Pulizia Naso Neonato – Come fare i lavaggi nasali e come alleviare i fastidi del raffreddore

L’inverno è certamente la stagione dell’anno con più fenomeni di raffreddore per i nostri bambini.

Vuoi per gli sbalzi di temperatura che favoriscono l’ingresso di germi, vuoi perchè quando fa freddo si soggiorna spesso in ambienti chiusi, dove è più facile il contagio, fatto sta che un bambino purtroppo subisce dai 6 ai 10 episodi di raffreddore all’anno.

I lattanti e i bambini piccoli sono molto più vulnerabili di adolescenti e adulti al raffreddore.

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PERCHE’ I BAMBINI SI AMMALANO DI PIU’? 

Nonostante tutti gli sforzi che possono fare i genitori per proteggere i piccoli, soprattutto nei mesi più freddi e durante i cambi di stagione, i raffreddori affliggono molto spesso i neonati, poiché i virus responsabili si trasmettono molto facilmente per via aerea e intercettarli è pressoché inevitabile se si ammala qualcuno in famiglia o se il bambino entra in contatto con altri bambini o adulti.

Inoltre, la probabilità che i lattanti contraggano un’infezione delle vie respiratorie sostenuta da virus e batteri è particolarmente elevata perché il loro sistema immunitario è ancora in via di sviluppo, e ciò lo rende più vulnerabile al raffreddore e agli altri classici malanni invernali.

Non deve stupire, quindi, che anche i bambini costituzionalmente più forti e sani possano sperimentare dai 4 ai 10 raffreddori nel primo anno di vita, resi ancora più probabili dalla naturale tendenza dei piccoli a esplorare in continuazione, toccare e mettere in bocca tutto quello che incontrano, compresi oggetti domestici potenzialmente contaminati da virus e batteri.

QUALI SONO I SINTOMI DEL RAFFREDDORE?

Il sintomo più caratteristico è il naso chiuso, dovuto all’infiammazione della mucosa e all’accumulo di muco nelle cavità nasali.

A questo si accompagnano tosse e starnuti, con i quali l’organismo cerca di espellere le secrezioni, associati a mal di gola e, talvolta, febbre.

Nei primi mesi di vita, i bambini respirano esclusivamente attraverso il naso. Inoltre, per i primi due-tre anni non sono in grado di soffiarsi il naso da soli.

Se il naso si intasa i piccoli provano dunque molto fastidio e disagio, che aumentano in particolare durante il sonno (per la posizione coricata) e le poppate. Come possiamo aiutarli allora?

COME SI CURA IL RAFFREDDORE?

Visto che, nei primi mesi di vita, il neonato non dovrebbe prendere farmaci (salvo in caso di malattie significative che richiedono necessariamente una terapia specifica), anche un semplice raffreddore può rappresentare un momento difficile da superare, sia per il bambino sia per i genitori che devono curarlo e accudirlo.

Secondo i medici e i pediatri il raffreddore è una malattia che guarisce spontaneamente nel giro di una settimana, quindi basta aver pazienza e lasciare che faccia il suo corso.

E’ vero però che alcuni accorgimenti possono essere utili per alleviare il fastidio provocato dal raffreddore.

LA PULIZIA DEL NASO: COME EFFETTUARLA E CON QUALI ACCORGIMENTI

Per liberare il nasino dal muco, una delle soluzioni più efficaci da tentare è quella dei lavaggi nasali che in molti casi possono effettivamente dare un certo sollievo, almeno temporaneo.

Si possono fare specialmente prima della poppata e della nanna,

In realtà i lavaggi nasali sarebbe utile farli sempre come misura preventiva per evitare l’accumulo di muco. Prendi l’abitudine di fare almeno un lavaggio nasale al neonato al giorno.

Per i lavaggi nasali puoi scegliere di usare uno spray di soluzione salina, un’opzione molto comoda soprattutto da portare in giro sempre con te (ma cara), oppure puoi comprare una bottiglietta di soluzione fisiologica e una siringa per spruzzare la soluzione nel naso (l’opzione sicuramente più economica).

Esistono anche delle soluzioni monodose da portare sempre nella borsa del cambio.

Per effettuare i lavaggi nasali al neonato, posiziona la testa del bambino su un lato e spruzza all’interno della narice sul lato superiore, cercando di tenere la testa ferma per qualche secondo. Muovi poi la testa dall’altro lato e ripeti l’operazione nella narice opposta.

Attenzione a non spingerla all’indietro, altrimenti la soluzione di lavaggio finirà in gola, facendo tossire il piccolo.

Non aver paura di spruzzare troppo a lungo o troppa soluzione, perché i lavaggi nasali siano efficaci la soluzione dovrebbe uscire dalla narice inferiore portando via con sé le secrezioni.

Per un neonato sono necessari circa 5 ml di soluzione. Se usi una soluzione fisiologica in bottiglia lascia sempre l’ago nella bottiglia per garantire la sterilità della soluzione e una volta fatto il lavaggio nasale al neonato pulisci con acqua la siringa.

Il lavaggio va effettuato con soluzioni a temperatura ambiente o appena intiepidite (mai calde).

Ovviamente al neonato non piacerà farsi lavare il naso e appena avrà acquisito una maggiore mobilità farà di tutto per divincolarsi.

Fai però dei lavaggi nasali un’abitudine quotidiana, da inserire all’interno della sua routine prima della nanna o dopo il bagnetto, e prima o poi lo accetterà senza lamentarsi (eccessivamente 🙂 ).

Si può anche produrre in casa una soluzione salina “fai da te”, composta per il 90% da acqua e il 10% da sale. Basta far bollire circa mezzo litro d’acqua (per sterilizzarla) e sciogliervi dentro 4,5-5 grammi di sale grosso da cucina.

Attenzione: se si utilizza la siringa, questa va accuratamente lavata dopo ogni utilizzo e cambiata periodicamente.

GLI ASPIRATORI NASALI

Soprattutto se il bambino è molto piccolo e non è in grado di soffiarsi il naso da solo, può essere utile anche un aspiratore nasale, per rimuovere il muco o le secrezioni che non sono stati allontanati con il lavaggio.

Ce ne sono di diversi modelli, elettrici o a suzione orale. La scelta spetta alla famiglia, tenendo conto però che i modelli completamente meccanici possono essere un po’ più aggressivi, con il rischio di danneggiare la mucosa nasale.

Per usare un’aspiratore a pompetta, spremi l’aria fuori dalla pompetta e poi inserisci il beccuccio all’interno della narice, rilasciando piano piano la pompetta affinché aspiri il muco.

Rimuovi il beccuccio e spremi con forza l’aria fuori al di sopra un fazzolettino per far uscire il muco aspirato. Dopo aver aspirato entrambe le narici pulisci accuratamente l’aspiratore.

Non aspirare il naso più di un paio di volte al giorno e solo se necessario, per evitare di provocare irritazioni.

AEROSOL SI’ O NO?

L’utilità dell’aerosol per combattere il raffreddore è tuttora molto controversa. Secondo alcuni, infatti, l’aerosol sarebbe inutile in caso di infezioni delle alte vie respiratorie (come appunto il raffreddore).

Il vantaggio di questo apparecchio è infatti quello di trasportare i farmaci nelle basse vie respiratorie (trachea, bronchi, ecc).

A beneficiarne sarebbero quindi solo i soggetti affetti da disturbi come per esempio la bronchite, la bronchiolite e la laringite.

ALTRI UTILI ACCORGIMENTI PER ALLEVIARE I DISTURBI DEL RAFFREDDORE

Umidificare gli ambienti. L’aria secca e calda di certi ambienti chiusi asciuga le mucose e favorisce la formazione di croste, che tappano ancor di più il naso.

È bene regolare allora il termostato dei caloriferi a temperature più ragionevoli e adoperare umidificatori per ambienti, almeno nella stanza dove dorme il bambino.

Sollevare il materasso – NIDO NANNANei giorni in cui il bambino è raffreddato, si può collocare un cuscino sotto il materasso del suo lettino: dormire con la testa leggermente rialzata fa defluire meglio le secrezioni.

Quando parliamo di neonati però una soluzione ottimale ed efficace è sicuramente quella di far riposare il bambino nel Nido Nanna.

Durante il sonno, il supporto inclinato mantiene sollevata la parte superiore del corpo del bambino. L’angolo di inclinazione di 7° aiuta la respirazione e la digestione. Il nido nanna è stato, infatti, progettato da un team di esperti proprio nei casi di rigurgito, otite, raffreddore e infezioni delle vie respiratorie.

Far bere spesso il bambino. I liquidi sono ancora più importanti per un bambino rispetto a quanto lo sono per un adulto perché, soprattutto in caso di malattie, il rischio di disidratazione nei primi anni di vita è maggiore.

È bene assicurarsi, quindi, che il piccolo beva a sufficienza, preferibilmente acqua naturale o camomilla non zuccherata. Quando è possibile, ai più piccoli sarebbe bene offrire il latte materno, anche nelle prime fasi dello svezzamento: oltre a fornire liquidi è ricco di anticorpi; inoltre, l’allattamento al seno conforta e tranquillizza il neonato

Conviene tenere il bambino a casa? Se il bambino non ha febbre, può uscire. Ma se la giornata è particolarmente rigida e ventosa, meglio evitare, così come è preferibile tenerlo a casa dal nido per qualche giorno per non diffondere il contagio ed evitare di esporlo a germi in una fase in cui può essere più vulnerabile.

QUANDO CONTATTARE IL PEDIATRA

Nella stragrande maggioranza dei casi, il raffreddore non è una condizione che può dare gravi conseguenze per la salute. È però opportuno rivolgersi subito al medico se:

• il bambino ha meno di 3 mesi e la temperatura corporea è uguale o maggiore di 37,5 °C (benché non debba spaventare, anche una febbre lieve nei primi mesi di vita non va infatti mai sottovalutata)

• i sintomi del raffreddore non scompaiono dopo una settimana (tempo di norma sufficiente per una pressoché completa guarigione)

• la tosse peggiora e il bambino sibila nel respirare o fatica a respirare (segno che potrebbe avere problemi ai polmoni)

• le labbra diventano blu (segno che il bambino sta respirando male e non assorbe ossigeno a sufficienza)

• il bambino si tira o si stropiccia ripetutamente le orecchie (potrebbe trattarsi di un’otite o di una parotite all’esordio)

• sono presenti minime tracce di sangue nel muco

• sono presenti un forte arrossamento e/o gonfiore della faringe, soprattutto se con placche biancastre sulla mucosa infiammata

• si verificano episodi di vomito, oltre ai sintomi respiratori.

Seguendo questi consigli, il bambino dovrebbe guarire dal raffreddore nell’arco di circa 5-7 giorni. Se si ha qualche dubbio sull’andamento del raffreddore, non si deve esitare a consultare il pediatra: i sintomi di polmonite e di altre complicazioni respiratorie, nelle fasi iniziali, sono molto simili a quelli del raffreddore e un’adeguata terapia precoce permette una risoluzione più rapida della malattia delle vie aeree.

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